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venerdì 2 aprile 2010

Buona Pasqua






Mamma, lo sai che sei il genitore più
meraviglioso
della mia vita?

..... Mamma in silenzio al limite del groppone in gola....
( Amore lo sai che sei il figlio più meraviglioso
della mia?)

Buona Pasqua a tutti.

mercoledì 4 novembre 2009

Mattoncini


Sera.

Un occhio furtivo alla televisione e uno ai bambini
seduti accanto a me sul divano

che stanno costruendo con i mattoncini.

Scene quotidiane.

Ci si contende lo stesso mattoncino.

"Andrea dammelo che ti costruisco un casteNdo"

"No"

"Andrea dai il mattoncino ad Alessio che costruisce ...."

Alessio gli ruba il mattoncino, urla

"Non bisticciateeeeeee"

convincimento.

Finalmente tornano a giocare insieme

("fino alla prossima..." mi dico io)

"Allora Andrea adesso costruiamo....

una mamma"

"Si".

Attimo di silenzio

il mio sguardo si posa su di lui intento a riflettere.

"Mamma come si fa una mamma?"

"Con i mattoncini amore non lo so..."

Poi rivolto al fratello

"Allora inanzitutto bisogna fare IL SORRISO...."

....
Grazie.

lunedì 7 settembre 2009

inserimento... ci vuole tempo...


Lo sappiamo.



Tu non sei di quei bambini che va a scuola saltellando di gioia



anche se poi,



una volta dentro,



ci stai bene.






Lo sappiamo.



Io non sono una di quelle mamme che giustifica il tuo pianto



come attaccamento.



E, di sicuro, sbaglio.



Ma mi piacerebbe vederti fuori



come SO che tu sei.






Quella tua debolezza,



spesso,



indebolisce anche me.






Però so che fa parte di te.



Una meravigliosa parte



perchè...



è proprio quella tua sensibilità



a renderti, speciale, come sei.






Lo sappiamo che...



quell'altro asilo proprio non faceva per Noi.



Ora qui, di certo,



siamo entrambe più sereni



e, questo, vuol dire tanto.






Le maestre si sono stupite del tuo attaccamento con



tuo fratello Andrea.



Hanno subito capito senza che io parlassi che, tu, geloso



non lo sei stato mai, che c'è un rapporto stretto tra di voi



che non ti fa soffrire vederlo andare via ma,



piuttosto, restare senza di lui.






Lo sappiamo che...



che io non sono una mamma che si fa vedere piangere.



Ma quel grembiulino immacolato



dal quale spuntavano quei due stecchini di gambette



ancora un po' abbronzate...



beh ha fatto cedere anche me.


E io lo so, che come ogni cosa con te

basterà lasciarti il tuo tempo

e mi stupirai.


Attendo.



venerdì 15 maggio 2009

A volte...



A volte ti tocca


scontrarti contro la stupidità umana


che quando porta i geni del seme che ti ha dato la vita


brucia come una scottante ferita


una coltellata al petto.


A volte ti capita di pensare a quelle coppie separate


che si contendono il figlio a botte di premi, regalini e lotte


e scuoti la testa sperando che mai


mai uno dei tuoi figli


debba divenire


"l'oggetto" del contendere.


Poi ti ritrovi un padre, un nonno


che mai ha voluto calcare il ruolo che la natura


si generosa aveva serbato per lui...


Un padre che mai un gesto d'affetto, una carezza, una lode


un padre che ti allontana come figlia


faccia divenire, nella sua stupidità,


tuo figlio "l'oggetto" del contendere guadagnandosi il suo affetto


con tutto ciò che per te è sbagliato e che


per lui invece diventa punto a favore


ma non come ruolo di nonno buono che vizia


ma come ruolo di sfidante.


Capita che tu debba vedere tuo figlio, vestito e trepidante


restare tutto un pomeriggioin attesa di un nonno


che promette ma non verrà


capita che per il bene di tuo figlio tu lo faccia uscire con il papà
tornato stanco dal lavoro per restare tu con il piccolo febbricitante

Capita che al ritorno tuo figlio si comporti con te stranamente

perchè gli è stato detto

che la mamma non voleva lui uscisse.

E non pretendi che un bambino di quasi quattro anni ragioni e pensi che

tu l'avevi vestito e atteso con lui

e trovato la soluzione alternativa

e ti tocca mettere una maschera, dire bugie per giustificare,
piangere sommessamente quando loro già dormono

perchè ti piange il cuore a vedere che va a letto senza il bacino della

buonanotte perchè gli stupidi rancori, l'ignoranza

si stanno facendo strumento di un bimbo indifeso.

E allora al dolore si aggiunge la rabbia, un grido di solitudine
che muore in petto

e tu, mammifera leonessa, difendi il tuo cucciolo di leone

affinchè non debba mai

mai

essere strumento in mano agli stolti.

Capita,

ma fa male.

martedì 17 marzo 2009

RIFLETTIAMO CRESCENDO

Sopravvissuti ai "terrible two" e "terrible three" ci si avvicina al passaggio successivo che avverrà in estate.

Crescendo crescendo sono nate, maturate e fallite determinate teorie, determinate azioni pratiche che si sono modificate in base alle sue esigenze, alle nostre esigenze, ai risultati ottenuti o ai fallimenti.


Ne sono derivate una serie di considerazioni, valide più o meno per tutte le fasce di età, variabili da bambino a bambino, accomunabili a molti, variabili nel nostro stesso bambino di giorno in giorno, di situazione in situazione.


Riflessioni e variabili che hanno fatto crescere anche noi come figure genitoriali.
E voglio cambiare, migliorare, non ripetere certi errori.
Riflettere, capire e crescere io, per far crescere voi

Non a caso, solo pochi giorni fa la favoletta di mamma orsa mi ha portato a riflettere sull'importanza del rispetto dei tempi di mio figlio, sulla stimolazione positiva, sulla trasmissione di fiducia e sul mio ruolo nella sua crescita come adulto "indipendente".


I bambini tra i tre e quattro anni possono essere deliziosi ma anche faticosi.


Necessitano di molto tempo e molta pazienza, dell'incoraggiamento piuttosto del rimprovero, hanno bisogno che si parli, che si chieda il loro parere, che si leggano loro delle storie ma anche che li si ascolti molto mostrando reale interessamento.


A tre anni i cambiamenti d'umore sono molto repentini.


Le emozioni spesso molto intense.


A volte bastano piccoli cambiamenti della sua routine o un imprevisto per destabilizzare il suo equilibrio, per smontare quelle sicurezze che la quotidianità gli trasmette, eventi banali percepiti come catastrofi.


Altre volte, per assurdo, dopo aver pensato a tutti i modi per introdurre una novità, un cambiamento senza turbarlo esso ne rimane completamente indifferente.


Non si possono prevedere le sue reazioni, le sue emozioni.


Ogni volta sarà come la prima volta.


Di conseguenza anche per i genitori alle volte è difficile comportarsi adeguatamente.


Per aiutarlo a gestire le sue emozioni occorre comprendere le ragioni del suo comportamento.


Inizialmente si permetterà che sfoghi la sua reazione, per come è il bimbo stesso o per come la situazione lo ha portato a reagire, chiudendosi nel suo silenzio o lasciando emergere la sua rabbia per pilotare, in un secondo momento, i suoi sentimenti attraverso le parole invitandolo al dialogo per capire cosa è accaduto.


E' facile che davanti a determinate situazioni anche i genitori perdano la pazienza.


Ma i bambini hanno bisogno di coerenza, e per questo è importante che i genitori discutano preventivamente come comportarsi nelle svariate situazioni che si proporranno.


In tal modo assumeranno un comportamento di continuità, senza che essi si contraddicano o, peggio, litighino davanti al figlio.


A tal proposito una importanza rilevante la assume anche chi sostituisce i genitori che deve mantenere la stessa linea di comportamento decisa.


E' logico che in questo discorso, generale e generalizato, si pongono le svariate variabili ed eccezzioni.


Sappiamo benissimo quanto è bello e quanto possono godere i nostri figli dal rapporto con i nonni eppure questo rapporto non deve essere in opposizione con il nostro metodo.


Solo a queste condizioni ben vengano i vizi "nonneschi".


L'importante è non confondere il bambino.


Lasciare quella "linea guida" di cui parlavo con tutte le sfaccettature personali.


I bambini hanno bisogno di essere incoraggiati ad assumersi piccole responsabilità, piccoli compiti, sentirsi piccole persone competenti, promosse nella loro indipendenza, anche se questo potrebbe portare a impiegare più tempo nell'esecuzione di una cosa che avremmo potuto fare in metà tempo.


Coinvolgere.


Coinvolgere il bambino sempre e chiedere il suo intervento, il suo parere, il suo aiuto.


Occorre avere pazienza ed attendere che il bambino apprenda con i suoi tempi senza che questo determini turbamenti, irritabilità o che sia vissuto come una sconfitta, come un metro di giudizio del suo "lavoro"come genitore.


Avvertendo questo atteggiamento il bambino non ha un rinforzo positivo e può manifestare il suo disagio con forme di regressione di tappe già raggiunte ( es. il controllo degli sfinteri).


L'incoraggiamento, la fiducia nel bambino, lodare per i successi e minimizzare i fallimenti sono gli unici atteggiamenti che facendo sentire il bambino apprezzato lo rassicurano.


Il gioco ha un ruolo fondamentale.


Il gioco di imitazione, di manipolazione, i giochi didattici, il gioco in gruppo che ora comincia a prendere un significato, il gioco di fantasia, in un mondo tutto suo a metà tra reale e irreale, dove scatole di cartone o coperte diventano i suoi rifugi.


A volte semplicemente guardandoli dal gioco si conosce molto di più dei nostri figli .


Altre volte partecipare nei loro giochi, dare l'impulso di partenza a nuove attività farà emergere il bambino che è in ogni adulto, in tutti noi, lasciandoci alle spalle quella scontatezza tipica dell'adulto.

venerdì 13 marzo 2009

SVEGLIARSI PRINCIPESSA...


Ieri mattina splendeva un sole meraviglioso, il cielo era terso neppure una nuvola faceva capolino.

Mentre ci preparavamo per una mattinata al parco giochi Alessio, serio, prende il mio viso tra le sue manine " Tu sei una principessa, e sei la mia fidanzata...".

Sorridi e il tuo cuore vola in alto in quel cielo terso guidato dalla tenerezza dei sentimenti di un bambino.

Alessio sta scoprendo i sentimenti.

Osserva nei cartoni animati tipo Tarzan, Aladin o Pocahontas i sentimenti tra i vari personaggi.

Elabora le sue considerazioni.

Ieri sera, gli occhietti stanchi che tendono a chiudersi dopo una giornata estenuante di giochi, con la testa poggiata sulle mie gambe guardiamo la tv.

Ad una scena di una soap di retequattro, lasciata in attesa del programma successivo, Ale tira su la testa " Si baciano" esclama.

A me, sinceramente, verrebbe da ridere ma mi trattengo non voglio che si senta deriso.

"Anche io voglio innamorarmi di una ragazza bella come quella..."

Serietà materna recuperata,

ansia,

sto perdendo il trono guadagnato solo poche ore prima.

" Ma... bionda .... " tentativo di riportare l'acqua al proprio mulino " O mora come la mamma?"

boicottamento dei sentimenti del figlio

" Bionda... a me piacciono bionde..."

may day may day stiamo precipitando....

" E io? stamattina hai detto che eravamo fidanzati..." giochiamo sporco sul senso di colpa...

" E va beh... ti prende Andrea...."

Scacco matto alla regina

occhio tremulo al figlio piccolo "Andrea ... tu mi vuoi sposare?"

accenno positivo del figlio piccolo.

Mio marito ride e scuote la testa

Io ho ritrovato un fidanzato, sono di nuovo una principessa ma,

diciamolo, sta futura nuora...

già mi sta un po' antipatica.

martedì 27 gennaio 2009

MAMMA.. UNA GIRAFFA



Ci vuole veramente poco ad emozionare un bambino,
a rendere reali i suoi sogni,
a vederlo sorridere di gioia.


Servono molte più parole, invece,
a descrivere quell'emozione
che è il renderli felici il
vedere accendersi nei loro occhi la scintilla dell'entusiasmo.

PAROLE D'AMORE




Alessio è arrampicato sulla cassapanca in legno
cerca tra le scatole appoggiate sopra ad essa
la scatola dei soldatini per la precisione
e lui cerca l'indiano.

Andrea da sotto in piedi lo osserva curioso
in trepidante attesa.
Alessio estrae dalla scatola un cavallo
"tieni piccolo" gli dice porgendoglielo.
Poi fa per scendere
una carezza sulla testa e,
con voce dolcissima,
si rivolge al fratello
"attento amore.. che io scendo".
Questo dico a chi ancora mi chiede
è faticoso avere due figli vicini?

LASCIARTI PIANGERE



16/01/2009

Il pianto del bambino,
diciamocelo,
destabilizza sempre un po' i genitori.
Quel pianto disperato per le coliche, per i dentini o per un nulla
quel pianto che ti tocca le corde del cuore...
e dei nervi, a volte
che ti lascia impotente altre.
Ma è il loro metodo di comunicazione e tu, speri,
che crescendo i canali di comprensione migliorino.
E ti aspetti ciò che di norma e regola è
l'immaginario collettivo dell'infanzia:
gioia, allegria e spensieratezza.
E ti destabilizza quel pianto
del tuo bambino, ormai cresciuto,
così sensibile che per un tono, un cartone alla tv, per stanchezza
o per un non so che scoppia in singhiozzi.
E allora non puoi altro che abbracciarlo
lasciando sfogo a tutta quella malinconia.
Anche se ti chiedi,
in questa società di genitori perfetti,
osservando l'allegria bambina degli altri coetanei
il perchè di questa tristezza nonostante le spiegazioni e le rassicurazioni
e mille dubbi di errori ti si affacciano alla mente.
Finchè un giorno lo stesso cartone,
( fino ad allora archiviato dietro la pila di dvd)
che lo faceva disperare fino a vomitare da tanta concitata disperazione,
non sortisce più alcuni effetti.
E allora ti rendi conto che sta crescendo
che sta diventando padrone delle sue emozioni
gestore di se stesso.
E se piangerà ancora lo lascerò fare
e aspetterò con lui che abbia versato ogni lacrima.
E' il suo "diritto di piangere"
di rimanere sensibile in un mondo dove il pianto da da pensare solo ai grandi.