Visualizzazione post con etichetta influenza. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta influenza. Mostra tutti i post

lunedì 26 ottobre 2009

tristezza...




In questi giorni ho una immensa tristezza addosso.

Normale.

Visto che dopo mesi di malattia, di farmaci, di notti insonni,

di nessun segnale di miglioramento,

le analisi del sangue hanno dato la loro sentenza.

Ipogammaglobulinemia

si chiama così.

Una condizione fisica che non conoscevo.

Una condizione che ora è entrata a far parte della

mia famiglia, di mio figlio.

Una condizione che cambia la mia visione delle cose.

La nuova influenza?

Beh, dicevo fino a poco tempo fa, verrà affrontata dai miei

figli come una normale influenza, da individui sani

e passerà in barba all'ingigantire dei mass media.

Ora mi fa paura.

Paura perchè mio figlio non ha la condizione fisica

di far fronte a un eventuale contatto con il patogeno.

Ipogammaglobulinemia

è la riduzione nel sangue delle gammaglobuline.

Queste rappresentano gli anticorpi cioè la difesa del nostro

organismo contro i microrganismi patogeni

siano batteri o virus.

La causa molto probabilmente è genetica.

Le probabilità cui ci hanno messo di fronte sono che

possa essere una forma reversibile infantile

ma anche irreversibile.

E questo mi terrorizza.

La pediatra ci ha consigliato di tenerlo lontano da

ogni fonte possibile di contagio.

Ci ha dato il veto assoluto per la materna

calderone di malattie infettive

che potrebbero essere pericolose, in questo momento,

per Alessio.

I miei pensieri vanno oltre...

io lavoro in un ospedale...

potrei divenire un veicolo....


Abbiamo tre mesi di terapie da affrontare,

tre mesi di preghiere e attesa

lacerante.


Non è questo che sognavo.

Sognavo mio figlio all'uscita da scuola

con un disegno in mano,

con il nasino ad annusare il forno a rugnare per la focaccia,

sognavo un ruolo nella recita di Natale,

piccoli litigi con gli amichetti,

giornate fuori con il naso gelato a rifugiarci in un bar per

una cioccolata calda

a sorridere per i baffetti sporchi.

Sognavo,

voglio sognare ancora.

Per ora piango un po'.

lunedì 14 settembre 2009

Ti devo.....

Posted by Picasa
Le bandierine colorate sono ancora lì.
Resistono al vento,
subiscono la pioggia che sta scendendo da ore.
Ma d'altra parte non ho avuto il tempo di toglierle.
Non ho avuto la voglia di toglierle.
Le guardo con tristezza.
Non hanno il sapore di festa.
I palloncini si sono sgonfiati e sporcati.
Sulla tavola c'è ancora la tovaglia di Cars.
Voi non avete neppure visto come abbiamo allestito il terrazzoper la festa.
E, in fondo, mi sento che ancora ve la devo questa festa.
Questa festa così attesa, così programmata,
così velocemente annullata.
Anche se c'è stato il taglio della torta e tu, buffo,
che ti impiastravi le mani e la faccia con la panna
facendoci sorridere un po'.
Ma la nostra attenzione era a tuo fratello.
Troppo alta quella febbre.
Troppo forte quella tosse.
Ti devo una merenda con i tuoi amichetti Andrea
un pomeriggio di giochi, un po' di protagonismo
solo tuo.
Ora però guarite presto...

venerdì 22 maggio 2009

la febbre...




Lo so...

lo so che la febbre è un segnale positivo

che indica che il corpo sta ben reagendo come difesa

immunitaria a seguito di un rilevato corpo estraneo

però...

però vederti così matido e indifeso

con le gote rosse e il viso stanco sprofondato nel sonno

mi intenerisce il cuore

mi rende vulnerabile

mi vince.

Ti sei addormentato con il tuo inseparabile

ciuccio l'unico che in questi due giorni ti abbia dato

consolazione tu che vieni sempre preso in giro per quanto

mangi e oggi neppure il latte hai voluto

Ti sei addormentato con il tuo orologio

l'inseparabile

quel ricordo della tua nonnina

che tu non conoscerai mai, purtroppo,
ma dal quale non ti sei più separato.
Ti sei addormentato contornato dal tuo

cellulare

si, quello che hai rotto a papino

e dal telecomando che non funziona più...

tu

o mio terremoto

torna presto in forze

che la casa senza le tue baraonde...

è troppo integra....


giovedì 19 febbraio 2009

martedì 27 gennaio 2009

COSLEEPING DE NOI ALTRI



Ovvero come si dorme in casa mia…
cronache di una notte di questi giorni.

Mi infilo, silenziosa, nel lettone.
Ormai sono quasi le due di notte
Alessio dorme
E nel sonno assume la mia stessa identica posizione
Rannicchiato su un fianco a bordo letto
Nel centro il lettone è quindi vuoto
Chi è che diceva che dormendo insieme gli spazi si riducono?
Ah ah ah
Bisognerebbe solo convincere il papy a dormire nel mezzo!
Ah il papy…
Ecco chi era ad asserire a gran voce “NEL LETTONE MAI!”
snocciolando a seguire una serie infinita di valide motivazioni
che partivano dalla perdita dell’intimità, ai vizi per finire alla scomodità …”anche del bambino stesso eh?”
Mentre tu, che non aspetti altro l’attimo in cui finirà di parlare, guardandolo dal basso in alto dopo aver asserito silenziosa a tutto quel proferire di “motivazioni validissime”
te ne esci, serafica, con un
“per concludere rivelando al bambino che il papy che non lo vuole nel lettone è lo stesso che ha dormito con la sua mamma e il suo papà fino…”
ti interrompi, pensosa, in una mossa studiata
“ fino a che età Sandro?” chiedi interrogativa
mentre un sorriso sornione ti nasce nel cuore alla sua bofonchiante risposta, tutto indaffarato a trafficare in un nulla che pare interessarlo piuttosto che alzare lo sguardo
“ Che vuol dire quelli erano altri tempi… si era in tanti…”
Non replichi tanto sai...
Sai di aver trovato la chiave
La chiave che ha forzato un po’ la serratura.
E' iniziato così il coo-sleeping de noi altri.
E ti ritrovi lo stesso papy, prima ostico, a promuovere gli effetti positivi del dormire insieme
nelle serate tra amici e vorresti sorridere mentre senti ripetere le stesse parole che proclamavi tu
“vuoi mettere la sicurezza che trasmetti ai bambini?”
E ti ritrovi lo stesso papy ogni sera a infilare i tuoi figli nel vostro letto.
Ma torniamo a questa serata.
E così, dicevo, mi rimetto a dormire…
O almeno, ci provo.
Sono le due.
Ho dormito pochissimo attardata fino a mezzanotte al computer per fatica a prendere sonno.
Ma mi aspetta una giornata di lavoro e sarà meglio chiudere gli occhi.
Nel pieno del primo sonno sento Sandro chiamarmi a gran voce.
Ha bisogno di una mano
Andrea ha vomitato, di nuovo, tutto il lettino.
Faccio fatica a collegare la frase udita al cervello, indugio ancora un attimo,
rigirandomi dalla parte opposta.
Poi ci penso e, come se l’avessi sentita solo in quell’istante, balzo giù dal letto.
C’è poco da fare… mi ripeto rigirando tra le mani il cuscino zuppo.
Smonto tutto il letto.
Paracolpi, piumone… nulla si è salvato.
E pensare che lo avevo cambiato tutto la mattina stessa mi lamento tra me e me.
Tempo di cambiare il letto, il bimbo e il pigiama il marito ed ecco che…………
Altra vomitata a seguire.
Ne usciremo da questa influenza virale?
Era meglio non porsi questa domanda.
Tempo di posare la testa sul cuscino,
percepire gli occhi socchiudersi al sonno che sopraggiunge,
che la vocina sottile di Alessio mi richiama di nuovo alla veglia.
“Mamma…. mi sono fatto la cacca addosso...”
questa volta balzo in piedi immediatamente,
accendo la luce, accorro da lui
e consolo le lacrime che, quell’umiliante incidente, stanno facendo scorrere sul musino del mio bimbo.
Coccolato e tranquillizzato,
Cambiato e pulito
mi stringo il mio piccolo uomo.
Mio marito ninna Andrea che sembra, finalmente, aver trovato pace.
Arriverà nel lettone
o forsearriveranno insieme.

VUOI UN PO'?


11/11/2008

Due settimane
due settimane di delirio
tutti e due i nanussi con una tosse catarrosa da far concorrenza alle descrizioni del più
abile scrittore di romanzi gialli
profonda, cupa, scricchiolante.
Il nanerottolo grande
naturalmente il primo ad essersela presa all'asilo,
oh pardon alla scuola materna,
si rivolge al fratello da noi ora rinominato
il piccolo smilzo
perchè delle sue cosciotte grasse tutte piegotte e delle sue guanciotte da pizzicare è rimasto ben poco
con voce flebile,
tra uno starnuto e un colpo di tosse,
mosso dal più caritatevole e amorevole dei sentimenti: la condivisione tra fratelli
e gli chiede "vuoi un po' di influenza?"
detto fatto vuoi mica rifiutare una così gentile richiesta?