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giovedì 21 gennaio 2010

Perchè sono figlia........




Guardavo le mie mani oggi

e sono comparse delle piccole lentiggini.

Le stesse che contavo sulle tue mani quando ero piccola

invidiandole tanto quelle piccole lenticchie.

Chissà poi perchè esercitavano in me quel fascino.

Oggi però mi fa piacere che le mie mani oggi somiglino alle tue.

Vorrei somigliarti tanto.

Però c'è una cosa che le mie mani ancora non hanno fatto.

Non negli ultimi tempi.

Carezzarti.

Ti cingo con gli occhi

ma non mi avvicino.

Ti sento così fragile,

così ferita,

che quasi avrei paura di sfiorare

quella corazza, che è cristallo invece.

Eppure sento che lo farò, mamma.

Lo farò per farti capire quanto ti amo,

per far emergere quel dolore che non meriti.

Tante volte parlo di te nel mio blog di mamma

perchè sono figlia prima di essere madre.

sabato 9 maggio 2009

Mamma




E' la festa della mamma.

Festa commerciale come tante altre mi verrebbe da dire in prima battuta

Anche se è bello, bellissimo,
che i bambini che vanno a scuola arrivino
con un lavoretto fatto da loro solo per te o che,
raccimolando i loro soldini, arrivino trionfali con
un regalo scelto da loro.

Ma la nostra festa è ogni giorno.

Ogni giorno quando mi sveglio al mattino e la mia cinciallegra,
di quasi quattro anni,
descrive le sue azioni ( anche l'andare a prendere il vasino... ma sorvoliamo )
con canzoncine che riempiono la casa di una ventata di allegria.

Ogni giorno quando tombolino piccolo mette un plasmon nel panino
( inorridite pure)
lo richiude con attenzione e dice,
tutto fiero di se "buuuuuuuuoo" ( buono...).

Ogni giorno quando arrivi stanca dal lavoro,
mille problemi per la testa, trovi la casa invasa da giochi e
invece di arrabbiarti
trovi due musini allegri che non attendevano altro che il tuo ritorno.

Ogni giorno quando, alle sei del mattino,
un viso stropicciato dal sonno e da qualche ruga dell'età
apre la porta di casa senza far rumore.

Ed è a questa donna, mamma e nonna, che dedico questo piccolo post.

Una madre mamma due volte

dei suoi figli

e dei miei

che ci ha cresciuti in semplicità,

senza grandi possibilità,

trasmettendoci dei valori e un amore, il suo,

che forse non riuscirò mai a ricambiare totalmente.
Una donna che si nasconde dietro i nipoti nelle foto
che non lo sa... che è bella anche così....
E' in questa giornata di festa

con il pensiero a chi, come mio marito, non ha più una mamma

con il cuore alleggerito perchè un amica,
dopo un odissea che la lascia un po' svuotata,

finalmente torna a casa dal suo bimbo...

Uno sguardo ai tuoi figli che dormono beati,
con il gusto buono in bocca di chi sa

che sono la cosa più bella che hai

una nonna che va a casa a riposarsi

che auguro a tutte le mamme del Mondo,

a quelle che lo saranno,

a tutte le nonne,
a chi è figlio

BUONA FESTA DELLA MAMMA.

martedì 27 gennaio 2009

C'ERA UNA VOLTA...



C’era una volta
Un piccolo libo delle cornicette
La copertina verde acqua
Due passerotti vicini in copertina
Un infinità di colori sparsi sulla tavola.
Profumo di sugo che sobbolle sul fuoco
Vapori di un ferro da stiro e
Odore di bucato che sale ad ogni sbuffo di vapore.
Schiena di donna piegata sull’asse
Riccioli di bimba a ricader sul foglio
La testa china
Gli occhi attenti
Risate, chiacchiere e radio accesa
È così che siamo cresciute,
insieme.
Una donna che è stata portata via dalla sua terra natia
Troppo intelligente per non studiare,
Troppo giovane per curvarsi sotto il peso di una famiglia numerosa,
troppo sola tutto all’improvviso.
C’era una volta
La Sicilia
Il profumo del mare, del pesce
Gli antichi ricordi della bottega della nonna
Donna forte e nobile
Legame più forte dell’affetto materno
C’era una volta una madre commerciante,
l’addio alla terra natia,
troppi fratelli cui badare
la voglia di evasione
un matrimonio nel tempo in cui pensi ancora alle bambole
un tempo in cui è presto per ritrovarsi mamma
ma non sembra così strano dopo aver cresciuto quattro fratelli
rinunciando ai sogni.
C’era una volta una bambina di due anni
Che asciugava le lacrime di una madre
Ventiseienne
Rimasta sola
Senza neppure una delle due madri che amava
C’era una volta il mondo che ci siamo costruite
Fatto di giochi
Di insegnamenti
Di sacrifici
Di sogni
Una vecchia radio portatile suonava le canzoni
dei tempi
La vicina apriva le ante delle persiane e la chiamava
“lei canta sempre” le diceva
era la mia insegnante di pianoforte
donna sola,
magra, segnata dal tempo
i cui occhi si riaccendevano ogni qual volta
affondava la memoria ai tempi della guerra.
Alzavo lo sguardo
Forse solo Dio sapeva perché cantava la mia mamma
Posavo le matite e alzavo fiera il mio quaderno delle cornicette
Il sugo spento riempiva ancora la casa del suo profumo
Avevo quattro anni
Mia madre abbandonava l’asse da stiro
E si metteva al mio fianco
Era il momento che amavo di più
Andai a scuola, sei anni ancora da compiere,
che sapevo già scrivere e leggere
la cosa che mi piaceva di più era sapere che all’uscita da scuola
sarebbe stata lì
so di averle dato delle soddisfazione
nel crescere
credo di averla anche, a volte, delusa
ma lei
lei è sempre stata lì
severa a volte
amica altre.
Quante cose abbiamo fatto insieme
Quante volte sapevo che lei c’era
O ci sarebbe stata per me
Quante volte l’ho vista soffrire
Senza sapere cosa fare
Delusioni e amarezze
Dolori che la hanno invecchiata, stancata
Viso solcato
Più di quello che lo stesso scorrere del tempo
Poteva segnare.
C’è una vita di ricordi,
di domeniche sui prati
di giornate intere al mare
di occhi lucidi in sala operatoria
di una donna madre-nonna
c’è un rispetto
nato piano
c’è uno specchio che riflette
forse non due fisionomie simili
ma due cuori cresciuti insieme
due donne
uguali.
Quante cose potrei scrivere ancora
Ma una cosa di sicuro ho chiaro
… quanto ti amo…
mamma