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martedì 27 gennaio 2009

LASCIARTI PIANGERE



16/01/2009

Il pianto del bambino,
diciamocelo,
destabilizza sempre un po' i genitori.
Quel pianto disperato per le coliche, per i dentini o per un nulla
quel pianto che ti tocca le corde del cuore...
e dei nervi, a volte
che ti lascia impotente altre.
Ma è il loro metodo di comunicazione e tu, speri,
che crescendo i canali di comprensione migliorino.
E ti aspetti ciò che di norma e regola è
l'immaginario collettivo dell'infanzia:
gioia, allegria e spensieratezza.
E ti destabilizza quel pianto
del tuo bambino, ormai cresciuto,
così sensibile che per un tono, un cartone alla tv, per stanchezza
o per un non so che scoppia in singhiozzi.
E allora non puoi altro che abbracciarlo
lasciando sfogo a tutta quella malinconia.
Anche se ti chiedi,
in questa società di genitori perfetti,
osservando l'allegria bambina degli altri coetanei
il perchè di questa tristezza nonostante le spiegazioni e le rassicurazioni
e mille dubbi di errori ti si affacciano alla mente.
Finchè un giorno lo stesso cartone,
( fino ad allora archiviato dietro la pila di dvd)
che lo faceva disperare fino a vomitare da tanta concitata disperazione,
non sortisce più alcuni effetti.
E allora ti rendi conto che sta crescendo
che sta diventando padrone delle sue emozioni
gestore di se stesso.
E se piangerà ancora lo lascerò fare
e aspetterò con lui che abbia versato ogni lacrima.
E' il suo "diritto di piangere"
di rimanere sensibile in un mondo dove il pianto da da pensare solo ai grandi.