Sono le 22.30
Papà è sul divano e guarda, distrattamente, la tv mentre parliamo.
Io sto "bisticciando" con il computer.
"Lo so che è vecchiotto però fino a ieri sera questo programma andava.... "
boffonchio lagnosamente tocchignando le prese USB.
Fa caldo è un luglio afoso sono molto sudata
il ventilatore, seppur al massimo, smuove appena l'aria.
Ho bisogno di andare a fare la pipì
"no, guarda mollo tutto e andiamo non ce la faccio più..."
Ed è così che non arrivo neppure in bagno
sento scorrere liquido tra le mie gambe, caldo, abbondante,
scuro.
Questo mi preoccupa ma decido di non dire nulla a Sandro.
"Non nascerà se non tra altre due settimane"
aveva detto, solo il giorno prima, il ginecologo.
C'è poco liquido amniotico e il bambino è piccolino.
Mi risuonano nelle orecchie le sue parole mentre vedo
mio marito agitarsi per tutta la casa, inconcludente,
correre a prendere l'auto ma scordare le chiavi...
sembra una scena di un film comico.
Nel mentre provo a lavarmi e, di nuovo, vedo quel liquido scuro.
Taccio per il breve tragitto che ci conduce al reparto
poi, dinnanzi all'ostetrica, mio marito impallidisce
"C'è un problema" mi sente affermare.
Il liquido è meconiato e subito temo la sofferenza del bambino
memore delle parole del ginecologo.
Ce ne stiamo una notte io, te e papà in sala parto sotto monitoraggio
mentre mi contorco dal dolore ma, a detta loro, non si tratta di contrazioni.
Come stai piccolino mio? Continuo a chiedermelo.
E un attimo prima ho caldo e un attimo dopo batto i denti dal freddo.
E' mattina.
Le 10.30 della mattina per la precisione.
Il mio ginecologo ha la faccia seria, scura... e non è da lui
ti ricordi tutte le battute durante le visite di questi nove mesi di vita insieme?
"C'è molto rischio per il bamb..."
"Portatemi in sala"
non lo faccio terminare il tono fermo, deciso.
"... e anche per te..." continua lui.
Lo sento.
Lo sento che qualcosa non sta andando come doveva
Ma ce la facciamo vero?
Ce la facciamo io e te.
Scoppio a piangere e il mio corpo è scosso da tremiti.
E' una reazione nervosa a un imprevisto inatteso.
Da quel momento gli attimi che ci separano sono brevissimi.
In poco siamo in sala guancia a guancia
e tu, che urlavi disperato, ora che ti parlo ti sei zittito.
Ti portano via.
L'apagar all'inizio non andava bene l'ho sentito e
sei piccolo per l'età gestazionale.
Ora sei giù in incubatrice.
Avevi due giri di cordone intorno al collo e un giro "a zaino" sotto le ascelle.
Ecco perchè ogni contrazione, che avvertivo io,
non era comunque efficace per la tua discesa
il cordone ti tirava nuovamente su.
Una sorta di bunking jumping ...
Esco e papà e nonna sono lì "L'avete visto?"
annuiscono hanno gli occhi gonfi di lacrime
In ascensore piango
"Scusa ma ... è bellissimo..." dico al barelliere
tra i singhiozzi.
La tensione si è sciolta.
Ti portano da me alle cinque possiamo tenerti un po' in stanza
prima di tornare in nursery
poco,
troppo poco, per me che ti ho tenuto dentro fino ad allora
La sera sono già in piedi nonostante i punti del cesareo tirino un po'.
C'è inesperienza.
E non capisco perchè tutte le volte che ti portano da me
al contrario degli altri bimbi che si attaccano, famelici,
ai seni tu dorma e io non riesco a svegliarti.
E' come se tu fossi già sazio, appagato o stanco.
Sei entrambe le cose.
E sei sempre vomitato quando vieni da me.
Un vomito arancione giallastro, appicicoso.
Temo che possa essere liquido amniotico che tu hai ingerito.
Ma scoprirò più tardi di che si tratta quando, con un seno dolorante e caldo,
(dato in pasto non alla tua boccuccia bensì a un tiralatte meccanico)
vengo a sapere che ti sazi di prelat una sorta di colostro artificiale
calma bambini che ti danno la notte.
Tu continui a non attaccarti.
Dormi.
Perdi peso.
Sei nato sui 2800 e ora non sei neppure 2 chili.
Mi impongo che non ti sia dato più nulla, ti tengo in stanza
iniziamo, con fatica, l'attacco al seno e qualcosina prendi.
Sono felice
ti porto a casa
ci hanno già trattenuto oltre il tempo solito.
Ma tu piangi tanto.
Più hai fame più ti inarchi e piangi e io non capisco
non capisco e piango.
Provo tutte le posizioni, incolpo i capezzoli un po' rientranti,
le ragadi che mi fanno male e che irrigidiscono il corpo
tutte le volte che ti avvicino al seno.
Tu piangi, piangi e crolli stanco.
Cedo.
Il mio corpo cede mentre piangi, piango.
Non l'avevo messo in preventivo
e il fallimento è amplificato dagli ormoni del post parto.
Un senso di inadeguatezza e sconforto mi assale
per farti crescere cedo al biberon di latte artificiale.
Nel mentre ai controlli viene fuori che hai una fortissima forma di anemia
e mentre ti sottopongono a prelievi continui io, che le vene le buco tutti i giorni,
mi sento morire nel vederti passare tutto ciò.
Inizia una lunga terapia.
Ma la storia dopo poco si ripete e tu piangi, ti inarchi
hai fame ma rifiuti,
mangi e butti a getto.
A quel punto si capisce.
Soffri di reflusso gastroesofageo.
E inizia il calvario del latte antirigurgito,
di discussioni con la pediatra, di marche, qualità e tipi,
di notti e giorni sempre in piedi, di gettate improvvise di latte.
Ah l'odore di quel latte cagliato... terribile lo ricorderò per sempre.
Tutto sommato cresci e questo ci rasserena non poco.
Ci abbiamo messo un anno prima di diradare gli episodi del reflusso
anche se, ancora adesso , capita ogni tanto.
Tu.
Tu che " E va beh se non salutavano sono due donne e possono"
( cavaliere gentiluomo)
tu che" puoi fare le scureggine perchè sei un maschio"
( già qui la cavalleria è andata persa...)
Tu che ogni cosa me la dici con una canzoncina e sei la mia cinciallegra
Tu che, lo so, ... sono severa ma lo faccio per te...
Tu che tuo fratello è il tuo "cuore mio, anima mia"
però hai capito come fargli i dispetti e ogni tanto torneresti volentieri figlio unico...
Tu che a volte hai paura e ti fai bloccare dalle sciocchezze,
tu che non vuoi ripetere le parole in modo corretto poi ti arrabbi se non ti capisco ancora
Tu che sei il mio fidanzato ufficiale
e sei tu che dai amore e coccole a me.
Tu che ti senti grande e mi rispondi a tono
Tu che non hai più tre anni e mezzo
Tu che chissà se hai dei ricordi, delle sensazioni, di me
Io che scrivo questo e mi tocco la pancia...
Io che vorrei renderti merito di quello che sei
che non ho trovato una balena toy da poter tenere nell'acquario ma
che ti sto preparando una bella festa e dei regali del tuo eroe tarzan
io....
che mi limito a dirti....
BUON COMPLEANNO AMORE...